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Immagine del redattoreGaia De Pascale

Le mani di Joe

A un certo punto mi sono concentrata sulle mani di Studente X, che chiameremo Joe, in onore di Rocky Joe, il protagonista del cartone animato che la 'femminilissima' me bambina ha tenuto nel cuore per lungo tempo. Bene (anzi: male), Studente Joe ha preso il voto più basso di tema. L'ho chiamato alla cattedra, gli ho fatto vedere gli errori, lui ci ha tenuto a leggermi un riassunto che aveva fatto in classe ma che io non ero riuscita a decifrare perché studente Joe è dislessico e disgrafico e la sua scrittura è molto simile al mio elettrocardiogramma dopo 5km di corsa. Io spiegavo, lui leggeva, ed effettivamente c'erano dei guizzi inaspettati nelle sue parole, ma non è questo, ammetto che non è proprio stato questo, ma sono state le sue mani - io sentivo le sue parole come in lontananza ma guardavo le sue mani, le mani di quel ragazzino timido e dal sorriso dolcissimo in un angolo in prima fila sei anni fa (eh già, c'è stato un inciampo nella vita scolastica di Studente Joe) che improvvisamente erano diventate le mani di un uomo, mani che devono avere picchiato duro, perché studente Joe naturalmente è un pugile, mani grandi e forti così fuori luogo con quel riassunto tra le dita, un riassunto indecifrabile fatto di parole bambine strette tra due sineddochi di potenza adulta - e quindi, dicevo, devo qui ammettere che non è stato per quei guizzi inaspettati di comprensione del testo, ma semplicemente per le sue mani (e anche un po' perché con lui posso parlare di Sun Tzu e dell'arte della guerra) che così, d'emblee, gli ho alzato il voto.

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